É mai capitato di affidarvi alla benevolenza del pescivendolo e poi tornare a casa con un prodotto che non ha minimamente gli stessi requisiti e lo stesso gusto di quella triglia, orata, sogliola o merluzzo che già assaporavate con tanto di acquolina in bocca? Ahimè può capitare, forse perché distratti o non esperti di pesce, l’errore é a portata di mano. A partire da dicembre prossimo, conoscere a fondo il pesce venduto sulle bancarelle di tutti i mercati di Italia diventerà facile e sicuro. Almeno questo é l’obiettivo previsto dal progetto Fish Operator, realizzato dal Ministero delle politiche agricole in collaborazione con L’Alma Mater studiorum di Bologna, che prevede l’indicazione di molte più specifiche riguardo la provenienza e l’identità del pesce da banco:
– Luogo di pesca
– Attrezzi utilizzati
– Congelamento avvenuto o meno
– Metodo di produzione, ossia se pescato o d’acquicoltura
– Nome scientifico e commerciale.
Ma qual’é la ragione per cui é stato ideato questo progetto? e perché dare tanta importanza alle etichette?
Il progetto propone di valorizzare i requisiti alimentari dei prodotti ittici al fine di garantire la freschezza e riconducibilità del prodotto. Per molti queste informazioni potrebbero sembrare superflue, eppure le etichette hanno un ruolo principale nell’azione dell’acquisto.
Per ciò che riguarda il pesce, soprattuto, scoprire, conoscere e valutare il prodotto attraverso il suo identikit é il primo passo verso un’alimentazione più salutare e un’economia più attenta alle tasche dei consumatori, ai quali si vuole fornire solo prodotti di qualità.