Il pesce azzurro

fish-dishLa denominazione di “pesce azzurro” non si riferisce ad un gruppo scientificamente definito di specie ittiche, ma è utilizzata commercialmente per indicare alcune varietà di pesci, generalmente di piccola pezzatura, di varia forma e sfumature di colorazione, il cui costo è generalmente ridotto per la grande quantità di pescato.  In genere si dicono azzurri quei pesci dalla colorazione dorsale blu scuro (ma spesso è presente anche un po’ di verde) e ventrale argentea. Il rapporto qualità/prezzo è decisamente buono.

Tra questi rientrano pesci come l’aguglia, l’alaccia, l’alice, la costardella, il lanzardo, il pesce sciabola, la sardina, il sugarello, lo sgombro. Inoltre possono essere considerati azzurri per la loro colorazione, anche molti pesci che, per dimensioni e forme, non hanno nulla in comune con “gli azzurri” più conosciuti. Tra questi troviamo l’alalunga, l’alletterato, il biso, la lampuga, la palamita, il pesce spada e il tonno.

Questa specie deteriora facilmente perché  ha un contenuto di grassi generalmente più elevato del pesce bianco, caratteristica che ha favorito la nascita di diversi metodi di conservazione e distribuzione, per esempio la conservazione sott’olio, sotto sale e la lavorazione in pasta. Dopo l’acquisto è consigliabile privare il pesce azzurro delle viscere, lavarlo e poi metterlo in frigorifero se destinato a un rapido consumo, oppure, in caso contrario, nel congelatore dove, comunque, non dovrebbe restare per più di tre mesi.

Il pesce azzurro ha grassi simili a quelli vegetali, caratterizzati cioè prevalentemente da composti “insaturi”, in particolare quelli della serie Omega-3 importanti per lo sviluppo cerebrale e protettori del cuore e delle arterie. Di questa prerogativa sono privi i grassi degli animali di terra, più ricchi di composti “saturi” che, al contrario, se consumati in eccesso, possono facilitare l’insorgenza di alcune malattie, spesso favorite da una vita sedentaria e da una dieta poco equilibrata ricca di calorie e colesterolo; quest’ultimo, invece, è contenuto solo in modeste quantità, salvo poche eccezioni, nei prodotti ittici.

12 anni fa

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