La pesca Sciabica tradizionale

sciabicaQuesta tecnica di pesca, detta anche sciabbica o sciabiga, è una delle più antiche del Mediterraneo; sono state ritrovate pitture tombali egizie, ceramiche fenice, cartaginesi e greche raffiguranti questa antica usanza e si dice addirittura che anche la pesca miracolosa narrata nei vangeli venisse effettuata con una rete simile a quella della Sciabica.

La pesca Sciabica era praticata dai pescatori di professione, ma anche dai non addetti ai lavori: nella dozzina di persone che vi prendevano parte, erano infatti comprese anche donne e figli giovani.

Ma andiamo ora a conoscere più nel dettaglio questa particolare usanza: la rete utilizzata poteva essere lunga da poche decine ad alcune centinaia di metri ed era alta più o meno un metro, alle estremità terminava con delle cime che servivano a trascinarla, al fondo erano applicati dei piombi e la parte in superficie era dotata di sugheri; in questo modo rimaneva perpendicolare rispetto al fondo. La pesca procedeva in questo modo: un lato della rete rimaneva ancorato a riva, mentre l’altro veniva trasportato in mare a descrivere un ampio semicerchio che terminava nuovamente sulla terra ferma. A questo punto alcune persone seguivano l’avanzare della rete a nuoto, mentre altre la tiravano lentamente verso la riva dalle due estremità; così facendo tutto il pescato intrappolato veniva trascinato fuori dall’acqua. Gli abitanti del paese assistevano alle operazioni in modo da poter poi acquistare dell’ottimo pesce fresco; principalmente il bottino comprendeva sogliole, seppioline, cefali, canocchie, vongole, canolicchi e tanto pesce azzurro (ottimo per la celebre zuppa).

La pesca Sciabica è oggi vietata a causa della caratteristica della rete “a strascico” che rovina i fondali e cattura ogni specie presente senza distinguo. Capita che alcune concessioni vengono però rilasciate in occasione delle numerose rievocazioni storiche che interessano le Marche come la Sicilia, la Sardegna come la Liguria. Durante queste ricorrenze gli antichi gesti rivivono ancora e la memoria di chi non c’è più viene giustamente salvaguardata.

Credits: comunicati.net
10 anni fa

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