I colori e i profumi sono elementi che appartengono alla nostra vita e che influiscono immediatamente sulla percezione delle cose e delle persone … non può essere così anche per un vino?
Riflettete un attimo e arriverete alla medesima conclusione … Sì, è così!
Cercare ciò che si desidera e farlo prima di tutto. Nessun intermediario. La passione per una tipologia di vino nasce proprio da questo: occhio e olfatto individuano l’oggetto … dei desideri!
Ma l’oggetto in questione, accattivante da un punto di vista visivo e olfattivo è il rosato, il protagonista “in rosa” del bere estivo.
Territori in massima parte arsi e calcarei – argillosi, vocati alla viticoltura si estendono nel Salentino, la terra tra i due mari, da cui ha acquisito il nome. Nel Salento, il rosato racconta la storia di questi luoghi ed è divenuto una consuetudine, un’abitudine piacevole che accompagna lo svolgersi della giornata.
La consuetudine: degustare un rosato diviene un rito. Il negroamaro (in percentuali elevate, se non in alcuni casi in purezza) e la malvasia nera determinano le caratteristiche di questo vino: il colore rosato, cerasuolo e cristallino; il naso delicatissimo ed elegante che incuriosisce ogni volta, dato dalla presenza della rosa che è il filo conduttore per tutti i rosati salentini; la bocca, l’impatto di freschezza che si percepisce, la grande corrispondenza tra le sensazioni olfattive e gustative e la chiusura finale che cambia ogni volta, ma che ci lascia sapidità e pulizia. Appagati!
Il luogo: La Putéa (nel Leccese) o Putéca (nel Salento) era ed è tuttora, un luogo dove pendolari, agricoltori, intellettuali, si recavano per accompagnare il proprio rosato a piatti non cucinati come le pittule con il baccalà, le fritture di pesce e le sarde salate; piatti che stimolassero la sete. Non si viene in questi luoghi per mangiare! Luogo nevralgico dove consumare pietanze frugali direttamente sul banco. Atmosfere mediterranee.
Oggi ho voglia di … : Il primo rosato in Italia in bottiglia nasce nel Salento, nel 1943, nelle cantine dei conti Leone de Castris: il Five Roses. Ancora oggi prodotto. Vino pieno, equilibrato, grandi sensazioni olfattive e gustative.
Il Negroamaro Rosato dell’azienda Cantele è un negroamaro in purezza, appare più morbido e caldo rispetto al precedente, possiede comunque una buona freschezza e una buona corrispondenza gusto – olfattiva.
Il Terre di sole rosato dell’azienda San Pancrazio, è composto prevalentemente da negroamaro e da malvasia nera. Vino apparentemente semplice ma che mantiene tutte le caratteristiche di un rosato salentino, ovvero: maturità dell’uva, profumi, un bell’impatto iniziale, una buona persistenza, freschezza e sapidità.
Buona degustazione!
Anna Graziosa Massolini
Sommelier Degustatore Ufficiale AIS