Se lo vuoi crudo, prima lo devi congelare

AnisakisIl decreto del Ministero della salute del 17 luglio 2013 definisce quali informazioni devono essere fornite a tutela del consumatore di pesce e cefalopodi freschi e di prodotti di acqua dolce.
Di fatto la nuova disposizione ha stabilito che sui banchi delle pescherie è ora obbligatorio esporre il cartello che suggerisce di congelare per almeno 96 ore sia il pesce che i molluschi, se si ha l’intenzione di consumarli crudi.
La finalità è quella di ridurre drasticamente il rischio di anisakidosi. Esiste infatti la possibilità che i prodotti ittici consumati crudi o poco cotti siano contaminati dalle larve dell’anisakis, un parassita sempre più diffuso nel Mediterraneo.
L’anisakidosi è una parassitosi che può colpire l’uomo, causata da vermi tondi che possono invadere la mucosa gastrica o intestinale e causare dolori addominali, nausea, vomito ed occasionalmente febbre.
In Italia i casi segnalati di anisakidosi sono sporadici, limitati a zone in cui il pesce viene tradizionalemtne consumato crudo (la cottura infatti elimina ogni rischio).
Secondo il decreto ministeriale, il cartello va posizionato in posizione ben visibile e facilmente leggibile.
Il messaggio riportato è il seguente: “chi desidera consumare un prodotto ittico crudo, deve congelarlo prima per almeno 96 ore in modo da essere sicuro che il parassita venga totalmente neutralizzato”.
Questo ordinamento è pensato soprattutto per il consumo di pesce crudo in casa dove non vengono usati abbattitori di temperatura dei ristoranti, ma comuni freezer a due o più stelle. La norma attualmente non riguarda i crostacei, gamberi, scampi e molluschi come ostriche e tartufi ma solo i prodotti ittici, anche di allevamento.

11 anni fa

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