Non tutti sanno che la maggior parte del pesce che viene consumato nei ristoranti italiani non è pesce italiano, ma straniero: circa tre piatti su quattro. L’istituto di Ricerche Economiche per la pesca e l’acquacoltura conferma che negli ultimi anni questo settore ha perso circa un decimo della produzione e dei ricavi, mentre sono in continua crescita le importazioni dall’estero triplicate rispetto alla produzione made in Italy.
Sulle nostre tavole possiamo ancora decidere di portare pesce italiano basta scegliere di comprarlo al mercato dove viene esposta l’etichetta con il
nome commerciale della specie, il metodo di produzione, se è stato catturato o è di allevamento, la zona FAO di pesca o il paese di provenienza.
Diversa situazione si verifica quando siamo al ristorante: la provenienza di quanto ci portano al tavolo non deve essere indicata.
Impresa Pesca Coldiretti ha proposto quindi di introdurre nei ristoranti la “Carta del pesce” con l’indicazione di provenienza, in modo tale che la clientela si possa orientare nella scelta del pesce made in Italy che ha molte più garanzie rispetto a quello che viene dall’estero. Per esempio in Cina , Argentina e Vietnam, il pescato viene trattato con antibiotici, cosa che non è possibile in Europa.
Mauro Manca presidente ASA, è convinto che il ruolo fondamentale dei ristoranti nel consumo dei prodotti ittici impone trasparenza nei confronti del consumatore, che può così orientarsi consapevolmente verso un prodotto più sicuro, più di qualità e a km zero. Tonino Giardini, presidente di Impresa Pesca Coldiretti sottolinea che bisogna tutelare il pesce made in italy, che è più sano e più gustoso degli onnipresenti gamberetti asiatici, o del pangasio. I ristoratori in primis dovrebbero essere coinvolti utilizzando menu con l’indicazione geografica d’origine del pesce proposto.
L’Italia, al secondo posto dopo la Spagna nel consumo di prodotti ittici procapite, non ha saputo soddisfare l’aumento esponenziale dei consumi, diventando così un mercato appetibile. Le acquacolture faticano a moltiplicarsi e la produzione interna è fatta prevalentemente di prodotto selvaggio. Questo è il motivo per il quale il mercato italiano si è rivolto all’estero. Gli importatori hanno così imposto la loro politica commerciale ottenendo un ricarico maggiore sui prodotti ittici più richiesti.