Uramaki sushi con sockeye, mela annurca e gruyère - Immagine OLYMPUS DIGITAL CAMERA
1
2
Riporre il riso okomesan in un ciotola di inox e tenerlo accuratamente in acqua freddissima per 10 minuti.
Ripetere questa operazione per 4 volte cambiando sempre l’acqua al riso finchè l’acqua non sarà diventata trasparente.
Questo vorrà dire che l’amido sarà stato quasi eliminato del tutto.
In una proporzione di 2 a 1 tra acqua e riso, quindi in questo caso circa 300 ml di acqua fredda per 200 gr. di riso okomesan, riporre il riso in una pentola larga e alta, aggiungere l’acqua fino a coprirlo di due dita. Cuocere il riso rigorosamente al coperto finchè l’acqua non sarà stata tutta assorbita dal riso.
Far intiepidire il riso in un’ampia boule, sgranandolo delicatamente con la forchetta.
Condire il riso con l’aceto di lamponi, sgranarlo ancora delicatamente e farlo ancora raffreddare.
Marinare il salmone con le gocce di succo di limone. Tagliare le mele a dadini e per non farle annerire irrorarle con il limone. Affettare il gruyère della medesima dimensione delle mele, tagliare il salmone a tocchetti.
Disporre su un tagliere di legno un foglio di alga nori. Utilizzando una ciotola con acqua fresca per tenere sempre le dita umide, disporre sull’alga uno strato di riso, tutto a coprire l’alga, lasciando solo i bordi fuori. Coprire il riso con i semi di sesamo.
Capovolgere delicatamente il composto, per ritrovarsi l’alga nella parte superiore. Realizzare uno strato in orizzontale con il salmone, le mele, il gruyère.
Con l’aiuto della stuoia di bambù avvolgere l’alga e il riso formando un roll chiuso e compatto con l’alga all’interno.
Delicatamente, con un coltello da sushi, realizzare dei roll di uramaki.
Composizione del piatto: sistemare i roll di uramaki uno accanto all’altro, disporre accanto al sushi delle bacchette hashi.
Abbiamo realizzato il nostro uramaki molto piccolo, lo irroriamo con gocce di aceto di lampone e salsa di soia.
Possiamo quindi anche decidere di mangiarlo con le mani, a mò di finger food, in un concetto di street food, ma decisamente chic e “fuori dal quotidiano”.