Il nostro mar Mediterraneo è l’habitat prescelto da tante specie ittiche differenti. Tra i pesci, i molluschi e i crostacei che popolano queste acque, si stima che ben 500 siano quelle adatte ad essere consumate, eppure sono sempre gli stessi i pesci che vengono portati in tavola sia a casa che al ristorante.
Di tutta questa varietà, solo una cinquantina di specie viene infatti commercializzata sistematicamente; branzini, orate, sogliole, pescatrici, dentici e tonno la fanno da padrone a discapito di pesci altrettanto gustosi ma meno conosciuti. Purtroppo non solo i consumatori, ma anche gli chef si sono adattati alle richieste del mercato ed è quindi molto probabile che provando vari ristoranti in diverse zone d’Italia vi ritroviate a dover scegliere più o meno tra gli stessi piatti; sia il consumo che le proposte tendono infatti standardizzarsi secondo il gusto che va per la maggiore.
Aguglia, sgombro, sugarello, palamita, zerro, pagello, lampuga, pesce pilota, pesce serra, tonno alletterato e cicerello sono solo alcune delle specie minori, un universo di sapori e profumi che però stenta a farsi spazio nel mercato.
Questo accade anche perchè già a monte, queste specie faticano ad arrivare sui banchi delle nostre pescherie: non essendo richiesti vengono spesso ributtati in mare dove diventano cibo per i predatori. Si calcola che addirittura il 20% del pescato (150/200 tonnellate all’anno) finisca in questo modo. Anche i consumatori però da parte loro si orientano quasi sempre su sapori noti spesso perchè non sono abituati a cucinare le altre varietà e trovano più semplice andare a colpo sicuro.
Eppure il pesce povero ha moltissime qualità, sia di carattere organolettico e gustativo, sia, come si intuisce dal nome, per quel che riguarda il prezzo che spesso è ben più basso rispetto a quello delle specie più in voga.
Slowfood consiglia di consumarlo anche per alleviare la pressione alla quale sono sottoposti i tipi più noti e quindi troppo sfruttati; spetta agli operatori, ai ristoratori ma anche agli stessi consumatori il compito di conoscere e diffondere l’utilizzo di questi pesci di minore fama ma non minore qualità.