Il pesce e la pesca: tra credenze e simbologia

sacerdotioannesIl pesce è un alimento da sempre presente nella vita dell’uomo: infatti, la pesca costituisce un’attività base e fondamentale nel tessuto economico delle varie società umane.
Al di là dei benefici alimentari del pesce e di quelli economici della pesca, la pratica di questa attività ha un profondo valore culturale legato alle più antiche tradizioni. Il pesce porta con sé un insieme di simboli e credenze rintracciabili nel carattere popolare di un gruppo o una comunità.
Così come l’acqua in cui si muove, il pesce è stato simbolo di fertilità e di vita in diverse epoche e paesi. Questo richiamo alla fertilità sembra dovuto al numero infinito di uova e soprattutto al fatto che questo animale vive nell’acqua, per molte culture considerata generatrice del mondo intero.
Con la nascita del Cristianesimo il pesce diventa un simbolo chiave, al pari della croce e identificato con il Cristo e l’Eucarestia.
I luoghi in cui i primi Cristiani si riunivano venivano identificati attraverso il segno del pesce ed essi per riconoscersi tracciavano sul terreno un arco, che solo un altro seguace di Gesù avrebbe potuto completare disegnando un secondo arco a formare la figura di un pesce.
In seguito questo simbolo venne utilizzato anche sulle monete a rappresentare fertilità e fortuna.
Nella grande e misteriosa Cina, offrire all’ospite d’onore un pesce intero è un rituale di augurio di ricchezza, prosperità e abbondanza. Inoltre, si pensa che mangiare il pesce possa essere di auspicio alla realizzazione dei desideri futuri.
Il ruolo centrale di questo animale nelle società umane, sia come alimento che come simbolo divino ha anche sviluppato molte credenze, superstizioni e scongiuri popolari ad esso legati.
Tra le popolazioni marinare infatti, si crede che ogni giorno della settimana possa influenzare sul buon rendimento della pesca: non si pesca di domenica; perché porta sfortuna e né il 2 novembre per evitare di aver sorprese nel pescato, quelle di ossa e cadaveri.
Attenzione a non augurare “buona fortuna” al pescatore: questo può portargli tanta sfortuna da non ripagargli la fatica.
Secondo le credenze dei pescatori di Trapani, invece, il mare in tempesta è di cattivo auspicio, poiché preannuncia la morte di un uomo. Per calmare l’ira funesta del Dio Nettuno, il pescatore gli offre gioielli, oggetti preziosi o l’olio per calmare i suoi spiriti e ottenere una buona pesca. E se i suoi doni non sono graditi, non resta altro inforcare le armi e infilzare coltellate alla tromba d’acqua che è, secondo la credenza, umanizzata e dunque mortale.

10 anni fa

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