È stato pubblicato, sulla rivista scientifica Cell, un nuovo studio condotto dal professor Valter Longo e colleghi della scuola di Gerontologia dell’Università della California del Sud.

La ricerca, che ha monitorato un campione di 6.318 persone di età superiore ai 50 anni, ha evidenziato che coloro che avevano seguito abitualmente una dieta ricca di proteine animali (soprattutto carne rossa) presentavano un rischio di morte prematura maggiore del 74% rispetto a coloro che seguivano una dieta dove le proteine erano poche e provenienti soprattutto da legumi e pesce.

Grazie a queste rilevazioni, è stato stimato che ingerire molte proteine derivanti da carne, latte e derivati (come burro, panna e formaggi) possa arrecare un danno alla salute equiparabile addirittura a quello causato dal fumo di 20 sigarette al giorno. Una dieta del genere infatti inciderebbe sull’insorgenza di malattie cardiovascolari, cancro e diabete. Stessa cosa non si può dire per le proteine derivate dal pesce, che non hanno prodotto effetti negativi rilevabili sulla salute delle persone coinvolte nello studio.

La dieta ipoproteica consigliata dagli studiosi prevede un apporto di proteine del 10% in meno rispetto alla versione iperproteica; il monito per la persone di mezza età è di consumare giornalmente al massimo 0,8 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo.

Secondo Longo e colleghi la dieta del benessere, quella che viene seguita dalle popolazioni più longeve del mondo, deve quindi essere principalmente a base di carboidrati complessi, verdure, legumi e pesce…. in Italia siamo avvantaggiati in questo senso… come non pensare infatti alla nostra celebre dieta Mediterranea!