La millenaria lotta tra uomo e pesce spada

pesce spadaFinché non sono intervenute le moderne tecnologie, la pesca al pesce spada è stata per ben tre millenni, una lotta tra l’uomo e il mare, tra il pescatore e l’animale: un duro duello corpo a corpo.

Il pesce spada vive nel sud del Mar Tirreno, ma anche nel Bosforo, tra l’Egeo e il Mar Nero ed in altri mari. In inverno rimane in acque profonde e fredde mentre in primavera risale verso la superficie per la riproduzione. É durante questo periodo, da maggio ad agosto, che si consumava la pesca tradizionale; quando gli animali, che da adulti pesano tra i 70 e 150 kg e raggiungono una velocità di 100km all’ora, sono distratti e più lenti perchè impegnati ricerca delle compagne. Se si avvistava una coppia, una parigghia, si puntava immediatamente alla femmina poiché facilmente il maschio avrebbe cercato di liberarla restando vicino alla barca e diventando quindi facile preda.

Il pasce spada andava prima avvistato dalla terraferma e poi raggiunto e catturato dalle barche; figura strategica era l’avvistatore: dalla costa di Scilla, dove la scogliera è a picco sul mare, nella zona tra Palmi e Cannitello, scrutava l’orizzonte fino a dove arrivavano i suoi 500 metri di competenza, cercando di individuare la preda prima degli altri avvistatori. Una volta scorto il bottino, con urli e sventolii di bandiere, indicava alla sua ciurma che era il momento di agire. Sulla barca erano in sei e a prua stava i lanzaturi che aveva il compito di infliggere il colpo fatale con la fiocina.
Anche una volta che il pesce spada era stato arpionato, la fatica non era terminata: bisognava aspettare che si stancasse, che smettesse di dimenarsi e poi tirarlo in barca. Venivano allora compiuti una serie di gesti che hanno il sapore di antiche credenze e riti magici: la cardata di ciuri (quattro segni orizzontali e quattro verticali sovrapposti, tracciati con l’unghia), l’asportazione del pezzo di carne intorno al ferro, la bbotta, che andava al ferraiolo come pegno per l’affitto della fiocina, il taglio del ciuffo che spettava al fiocinere e la prima rapida pulizia de pesce.

Oggi la pesca tradizionale al pesce spada è quasi scomparsa, ma sopravvive ancora in alcuni comuni sullo stretto di Sicilia.

Credits: Taccuini Storici
10 anni fa

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