Il consumo di pesce crudo sta aumentando progressivamente ogni anno. Dai piatti mediterranei più conosciuti quali le ostriche , il tonno, le alici , il salmone ed il pesce spada marinato siamo arrivati anche alla cultura culinaria giapponese con il sashimi ed il sushi. Ma cosumare pesce crudo può essere pericoloso perché ci esponiamo al rischio di contrarre patologie legate all’ingestione di parassiti vivi. Uno di questi rischi è rapppresentato dall’Anisakis, un parassita che raggiunge la lunghezza di 1 o 2 cm circa e che in genere può trovarsi nell’intestino, nelle viscere , o addirittura nella muscolatura di numerose specie ittiche come come sardine, aringhe, acciughe, sgombri, totani e calamari.
L’ingestione di questo parassita può causare nausea, vomito, dolori addominali , febbre ed in casi rari anche shock anafilattico. Esistono solo due modi per neutralizzare l’Anisakis : sottoponendo il pesce a una cottura superiore a 60 gradi, oppure congelandolo per almeno 24 ore a meno di 20 gradi al suo interno. A tale proposito la Comunità Europea ha promulgato un normativa che impone a chi vuole servire del pesce crudo la scelta di acquistare prodotti ittici già sottoposti a trattamento di bonifica preventiva o acquistare il pesce fresco e trattarlo personalmente in azienda o a casa propria come abbiamo spiegato sopra.
Il Regolamento comunitario specifica che questi procedimenti vanno applicati anche al pesce salato o marianto e a determinate specie di pesci come aringhe, sgombri, salmone selvatico se affumicati a freddo. Anche il consumo di frutti di mare deve essere messo al riparo dai parassiti. Ostriche , cozze, vongole , capesante , devono esser vive al momento dell’acquisto, essere ben chiuse o se aperte devono presentare segni di vitalità come lievi contrazioni e devono avere un gradevole profumo di mare. E’ sicuramnete meglio acquistare i molluschi in confezioni chiuse e che presentino un’ etichetta in modo da verificare la data di confezionamento.